Ode alla Transalp
Girando per i forum specializzati, c’è spesso chi chiede consiglio per diventare un centauro metropolitano. Invariabilmente ci sarà il nostalgico che proporrà l’idea della Transalp – usata, naturalmente, perché mamma Honda non produce più questo veicolo dal 2013. E altrettanto invariabile sarà il coro di sospiri che accompagnerà questo suggerimento iniziale.
Perché queste moto, nate negli anni Ottanta, sono state il sogno diventato realtà di decine di migliaia, se non milioni, di motociclisti. Ideate nel momento del massimo fascino esercitato da gare come la Parigi-Dakar, hanno reso possibile all’uomo della strada l’abbraccio di un’estetica selvaggia e ribelle pur senza mai aver avuto bisogno di avvicinarsi al deserto africano. In più, per essere così “tozza”, è maneggevole e – dettaglio non da poco – consuma poco anche nelle versioni dal motore più potente.
Per decenni è stata la scelta “de rigueur” di chi cercava una due ruote per la città e non solo, e non possiamo che sentirne la mancanza. Ancora oggi l’usato ha ottima reputazione, e ottime quotazioni, e a ragion veduta: altre case motociclistiche hanno cercato di avvicinarsi alla sua quadratura del cerchio, dovendo sempre sacrificare qualcosa. La Transalp rimane un sogno che per molti è stato raggiungibilissimo.